di Patrick McCarthy
traduzione dall'originale inglese di: Marco Forti
Questa traduzione è stata autorizzata dall'autore (la riproduzione di questo testo è consentita solo con il consenso scritto dell'autore)
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Opposizioni?
Cosa pensa di chi si oppone al KU, a Lei e a quello che rappresenta?
Di solito non mi focalizzo molto sulla negatività delle persone. Ci sarà sempre chi si oppone alle innovazioni utilizzando tutte le influenze a disposizione per cercare di screditare gli altri.
Giusto o sbagliato, buono o cattivo, ognuno ha le sue opinioni e sarebbe sconsiderato non rispettare il diritto individuale ad esprimere il proprio punto di vista, anche se è diverso dal mio. La critica genuina è sempre un regalo gradito, sono i detrattori senza scrupoli la cui unica intenzione è quella di denigrare la credibilità altrui per il gusto di proteggere la propria inadeguatezza che ci forzano a prendere misure protettive.
Per esperienza so che la maggior parte degli attacchi ingiustificati provengono da chi ha secondi fini.
"Guardami!"
Con tutte le foto in cui appare insieme a famosi maestri pubblicate sul suo sito, come risponde a chi la critica dicendo che il suo sito sembra aver scritto “GUARDAMI”?
È una critica? Hmm, piuttosto stupida, non trovate?
Non rientra nell’idea stessa di avere un sito professionale il voler richiamare l’attenzione?
Che tipo di senso avrebbe fare un sito per nascondersi o addirittura non pubblicarlo per niente? Sarebbe decisamente stupido.
Ci sono due modi di vedere la cosa, a me piace il modo in cui l’ha considerata il Prof. Shinzato, consultabile qui.
Premesse contestuali "originali" dei Kata?
Lei pubblicizza la pratica sul suo sito web con la frase «riportare in vita le premesse contestuali “originali” dei kata».
Come risponde a quelli che si oppongono veementemente a questa rivendicazione?
È semplice, o non comprendono questa premessa, o non vogliono comprenderla o sono oppositori con secondi fini.
In ogni caso sono tutti invitati a mettermi alla prova per dimostrare che sbaglio.
Mi piacerebbe davvero vederli produrre evidenze del contrario invece di sentire le solite scuse del tipo “oh, no, nessuno conosce queste cose!”
In verità mi interessano solo le povere anime frustrate che sono stanche di studiare pratiche applicative assurde contro scenari di attacco altrettanto ridicoli solo perché il loro “maestro” giapponese/okinawense dice “che è il modo giusto.”
La teoria degli HAPV [e le pratiche ricostruttive a due] è la premessa contestuale originaria e sospetto che l’opporsi a questa pratica semplice per quanto altamente efficace derivi solo dal fatto che il suo successo abbia infastidito qualcuno…
Anche ignorando il termine “originale”, a pochi serve cercare oltre dopo aver provato a contrastare la premessa contestuale fornita dagli HAPV con pratiche applicative “esistenti” dei kata tradizionali [ipotizzando uno stile che abbia queste applicazioni … alcuni non le hanno, altri - e questo è decisamente peggio - affermano cose del tipo: “è l’allievo che deve trovare l’applicazione!” Ma quanto è intelligente questa affermazione?] perché il risultato è inequivocabilmente ovvio.
Cosa pensa di chi si oppone al KU, a Lei e a quello che rappresenta?
Di solito non mi focalizzo molto sulla negatività delle persone. Ci sarà sempre chi si oppone alle innovazioni utilizzando tutte le influenze a disposizione per cercare di screditare gli altri.
Giusto o sbagliato, buono o cattivo, ognuno ha le sue opinioni e sarebbe sconsiderato non rispettare il diritto individuale ad esprimere il proprio punto di vista, anche se è diverso dal mio. La critica genuina è sempre un regalo gradito, sono i detrattori senza scrupoli la cui unica intenzione è quella di denigrare la credibilità altrui per il gusto di proteggere la propria inadeguatezza che ci forzano a prendere misure protettive.
Per esperienza so che la maggior parte degli attacchi ingiustificati provengono da chi ha secondi fini.
"Guardami!"
Con tutte le foto in cui appare insieme a famosi maestri pubblicate sul suo sito, come risponde a chi la critica dicendo che il suo sito sembra aver scritto “GUARDAMI”?
È una critica? Hmm, piuttosto stupida, non trovate?
Non rientra nell’idea stessa di avere un sito professionale il voler richiamare l’attenzione?
Che tipo di senso avrebbe fare un sito per nascondersi o addirittura non pubblicarlo per niente? Sarebbe decisamente stupido.
Ci sono due modi di vedere la cosa, a me piace il modo in cui l’ha considerata il Prof. Shinzato, consultabile qui.
Premesse contestuali "originali" dei Kata?
Lei pubblicizza la pratica sul suo sito web con la frase «riportare in vita le premesse contestuali “originali” dei kata».
Come risponde a quelli che si oppongono veementemente a questa rivendicazione?
È semplice, o non comprendono questa premessa, o non vogliono comprenderla o sono oppositori con secondi fini.
In ogni caso sono tutti invitati a mettermi alla prova per dimostrare che sbaglio.
Mi piacerebbe davvero vederli produrre evidenze del contrario invece di sentire le solite scuse del tipo “oh, no, nessuno conosce queste cose!”
In verità mi interessano solo le povere anime frustrate che sono stanche di studiare pratiche applicative assurde contro scenari di attacco altrettanto ridicoli solo perché il loro “maestro” giapponese/okinawense dice “che è il modo giusto.”
La teoria degli HAPV [e le pratiche ricostruttive a due] è la premessa contestuale originaria e sospetto che l’opporsi a questa pratica semplice per quanto altamente efficace derivi solo dal fatto che il suo successo abbia infastidito qualcuno…
Anche ignorando il termine “originale”, a pochi serve cercare oltre dopo aver provato a contrastare la premessa contestuale fornita dagli HAPV con pratiche applicative “esistenti” dei kata tradizionali [ipotizzando uno stile che abbia queste applicazioni … alcuni non le hanno, altri - e questo è decisamente peggio - affermano cose del tipo: “è l’allievo che deve trovare l’applicazione!” Ma quanto è intelligente questa affermazione?] perché il risultato è inequivocabilmente ovvio.
FINE
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Copyright © Patrick McCarthy
traduzione dall'originale inglese di: Marco Forti
Questa traduzione è stata autorizzata dall'autore (la riproduzione di questo testo è consentita solo con il consenso scritto dell'autore)