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mercoledì 22 dicembre 2010

Miti da sfatare - tredicesima parte

di Patrick McCarthy
traduzione dall'originale inglese di: Marco Forti
Questa traduzione è stata autorizzata dall'autore (la riproduzione di questo testo è consentita solo con il consenso scritto dell'autore)

... continua dai post precedenti ...

Il Bubishi?
Cos’è? È valido?
Chi lo ha tradotto per primo in inglese?
Cosa pensa dei pagliacci che lo criticano?


Privo di data e di firma, il Bubishi è una collezione di scritti, tracciati in ideogrammi cinesi antichi [probabilmente risalente al 19° secolo e originaria del Fujian o di Okinawa] che prende in esame un’ampia varietà di argomenti che spaziano dalla storia del quanfa agli obiettivi anatomicamente vulnerabili, alla strategia tattica, alla filosofia morale, alle applicazioni pratiche contro scenari violenti identificabili, alle uscite e contro tecniche, ai rimedi e preparati erboristici.
Trasmesso almeno dai tempi di Higaonna Kanryo e Itosu Ankō, il documento è stato in seguito tramandato attraverso entrambi i lignaggi di questi pionieri.
Si ritiene che documenti credibili antecedenti al ventesimo secolo che dettaglino la storia e l’evoluzione del Karate siano virtualmente inesistenti. Fino alla scrittura del primo [insuperato] libro sull’arte di Funakoshi Gichin e alle prime pubblicazioni dell’anteguerra che lo seguirono, tutto quello che abbiamo è una collezione disordinata di scritti rari, ad esempio una singola citazione del 17° secolo dello statista delle Ryukyu, Junsoku, datata 1683; un breve passaggio nel Oshima Hikki del 1761; estratti di commenti di visitatori provenienti da navi straniere de 19° secolo [Hall, Mcleod, Bettelheim, Perry]; una copia del programma del 1867 che promuoveva una dimostrazione di arti di combattimento all’Ochayagoten; una lettera scritta nel 1882 e un motto scritto nel 1885 da Matsumura Sokon; la testimonianza risalente al 1904 di Noma Seiji; una singola pagina di un libro scritto nel 1905 da Hanshiro Chomo e una lettera al Ministero dell’Educazione scritta nell’Ottobre del 1908 da Itosu Anko.

Sapendo che il Bubishi venne usato da pionieri del Karate come Funakoshi, Mabuni, Miyagi, Shimabuku, ecc…, non fa’ che rafforzare il significato storico di questo documento.
Che la sua importanza storica sia stata finalmente identificata e tradotta in inglese [e di seguito in francese, tedesco, russo, ceco, italiano, spagnolo, ecc…] e salutata positivamente dal pubblico di tutto il mondo testimonia il suo valore.
Seppur lontano dal poter essere considerato il testo definitivo sulla storia del Karate, il Bubishi, nondimeno, fornisce formidabili intuizioni su quello che i pionieri ritenevano avere maggior valore.
Se non altro, anche la sola assenza di altra documentazione storica è sufficiente a conferire un enorme valore ad un manuale come il Bubishi.
Per chi è sinceramente interessato alla storia del Karate, il contenuto del Bubishi è come una finestra aperta sul passato. Tutto ciò che si deve fare è mettere da parte le nozioni preconcette e la propaganda moderna basata sugli stili per poter vedere ciò che è chiaramente evidente.
La prima traduzione inglese di quest’opera si deve a chi sta scrivendo [Patrick McCarthy].

Pagliacci?
Denigrare il valore di questo importante documento denota semplicemente ignoranza.

Ad ogni modo Charles E. Tuttle ha pubblicato un’edizione rivista del mio Bubishi, col nuovo titolo "Classical Manual of Combat," ad inizio giugno 2008 ... copertina dura.

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fine tredicesima parte ...